Lo chiede Alessandro Radicchi di Europe Consulting e Binario 95. “Non serve solo un intervento sociosanitario ma un’integrazione sociosanitaria, non basta strillare che le persone non devono stare in strada, bisogna provvedere a una vera presa in carico”

ROMA – “Roma ha bisogno innanzitutto di un social business plan”. Ne è convinto Alessandro Radicchi, presidente di Europe Consulting e Binario 95, che spiega così a Redattore Sociale quali sono le priorità nel campo del sociale a cui dovrà porre attenzione il prossimo sindaco di Roma. “La pandemia ha evidenziato alcuni elementi: la velocità di intervento del terzo settore ha compensato una più lenta e più difficile capacità adattamento delle istituzioni a far fronte allo shock pandemico. Le sinergie si sono poi attivate – spiega – ma c’è l’esigenza di una pianificazione dell’emergenza, non solo sanitaria ma anche climatica, per esempio sul piano freddo e il piano caldo per i senza dimora”.

Secondo Radicchi, dunque, Roma ha bisogno di “un sistema di protezione sociale che sia in grado di attivarsi con facilità, le cui risorse siano già predefinite. Ogni anno arriviamo in ritardo, arriviamo cioè al 20 novembre o al 1 dicembre a capire quanti posti effettivi ci sono e come attivarci per il periodo invernale”. Serve dunque una strategia che va definita in largo anticipo.

L’altro tema, per far fronte alla questione abitativa, è quello degli immobili. “I piani regolatori sociali sono sempre molto generici, serve invece un rapporto chiaro con l’immobiliare sociale – spiega Radicchi -. Sul terreno dell’accoglienza c’è ancora molto da fare, l’obiettivo è arrivare all’housing first. Inoltre, credo che i servizi sociali debbano essere misurati con indicatori reali per vedere se i progetti funzionano oppure no, se hanno portato le persone a un livello di felicità maggiore o di integrazione”.

Per il responsabile di Europe Consulting, infine, il Dipartimento delle politiche sociali deve diventare il vero regista delle azioni nella capitale: “ E’ fondamentale che dentro ci siano persone competenti e valide”. Per ora l’attenzione dei candidati sindaco sul tema dei senza dimora sembra esserci: Gualtieri, Calenda, Raggi e Michetti hanno contattato, seppur con modalità diverse, l’organizzazione per capire quali sono le esigenze più stringenti. “L’importante è non buttare via quanto fatto in questi anni e riconoscere un percorso già avviato – conclude -. Non serve solo un intervento socio sanitario ma un’integrazione sociosanitaria, non basta strillare che le persone non devono stare in strada, bisogna provvedere a una vera presa in carico”.

 

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